Si terrà il 9 novembre alle 17.30 presso il Chiostro Caffè Letterario di Lamezia Terme la prima presentazione al pubblico del libro di Salvatore Curatolo dal titolo “Ergastolo ostativo. Percorsi e strategie di sopravvivenza”, appena uscito per i tipi di Rubbettino Editore.
Il volume apre la nuova collana “Autoethnographia” diretta da Charlie Barnao, professore di Sociologia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e delegato del Rettore per il Polo Universitario per gli studenti detenuti. Il volume nasce nell’ambito dell’attività dell’Ateneo catanzarese presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi”, dove l’autore ha conseguito la laurea triennale in Sociologia con una tesi scritta utilizzando i metodi dell’autoetnografia: Curatolo, condannato all’ergastolo ostativo e in carcere ininterrottamente da trent’anni, testimonia del proprio complesso adattamento alle condizioni imposte dal regime carcerario, alla ricerca di una nuova direzione per la seconda parte della propria esistenza, quella tra le sbarre, improntata alla dedizione verso la propria famiglia e all’amore per lo studio. L’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del comune di Lamezia Terme e dal Sistema Bibliotecario Lametino: dei contenuti del libro e delle sue ramificazioni nell’attualità politica e sociale discuteranno il professor Charlie Barnao, la ricercatrice Claudia Atzeni e l’avvocato Carlo Petitto. “Il volume di Curatolo affronta un tema urgente e significativo nel più recente dibattito politico: interrogarsi sull’ergastolo ostativo significa coglierne la portata in ambito europeo e nazionale, senza perdere di vista l’impatto che la carcerazione a vita produce sui singoli individui che lo subiscono, il cui trattamento deve restare coerente con l’esigenza di rieducazione del condannato sancito dall’art. 27 della nostra carta costituzionale”, ha affermato Giorgia Gargano, assessore alla Cultura di Lamezia Terme. Secondo il prof. Barnao: “Gli strumenti dell’autoetnografia sono particolarmente adatti a sviscerare le problematiche dell’individuo quando è inserito in uno specifico contesto, adoperando un linguaggio evocativo che rispecchi i ritmi della narrazione di chi scrive. Un metodo particolarmente indicato per raccontare lo sforzo del vivere in un luogo che impone un continuo lavoro interiore di adattamento a conflitti, a interazioni, a dolorose trasformazioni”.